Recensione: "Il mondo perfetto"

Il mondo perfetto di Miwako Sumida

“Il mondo perfetto di Miwako Sumida” nato dalla penna della giovane scrittrice Clarissa Goenawan, pubblicato da Carbonio Editore apre lo scenario del territorio Giapponese che si concretizza in una storia ambientata negli anni novanta; un mosaico caduto e frantumatosi in mille pezzi, rappresentato dalla vita di una giovane donna che pone fine alla su vita impiccandosi in una foresta. 

“Un anno dopo aver conosciuto Miwako, partecipai al suo funerale. Quando arrivai alla casa funeraria si era già radunato un gran numero di visitatori. Il primo volto familiare che vidi fu quello di Sachiko. Singhiozzava stringendo un fazzoletto bianco.”

La narrazione delicata e poetica sviscera sentimenti, atroci segreti e sogni da realizzare e rimanda inevitabilmente a una cultura secolare caratterizzante questo popolo in ogni sua sfaccettatura, in una visione della vita lontana dal mondo occidentale, ma nella realtà dei fatti così vicina. Una volta distrutto il mosaico della protagonista si intraprende un viaggio a ritroso per ricostruirne la vita e parallelamente, per una visione completa si deve ricomporre la vita delle persone che si sono interfacciate nel suo cammino, i tre principali personaggi sono: Ryusei, amico e innamorato della giovane, Chie Ohno la migliore amica di Miwako e Fumi Yanagi, sorella di Ryusei.

“Prima che me accorgessi, mi ero innamorato di Miwako Sumida. Ogni volta che ero al Campus la cercavo inconsciamente. (…) Quando Miwako leggeva, inclinava la testa, appoggiandola sulle sue dita sottili, quasi fosse troppo pesante. Sembrava che sognasse a occhi aperti.”

Interessante come la voce e i pensieri della protagonista la rendano presenza attiva tramite ciò che riportano in parole le persone che hanno conosciuto Miwako, tracciando ogni elemento possibile della sua persona e del percorso di vita che si è intrecciato con ognuno di loro.

Un viaggio nella quotidianità di un gruppo di giovani giapponesi, legati dal filo conduttore del loro paese, in una descrizione contenente tutti gli elementi della letteratura giapponese in quelle metafore e simbologie ricostruite ad arte per condurre il lettore in un mondo fantastico nella descrizione ma irruento e crudele nella realtà dei fatti. Infatti Clarissa Goenawan riesce a intrecciare sapientemente a tutto questo tematiche che non sono realtà di un unico paese, anzi si presentano violentemente in ogni territorio e nazione, quali il bullismo, la violenza sessuale e la discriminazione di genere, per poi riportare all’amicizia e l’amore, che sono parte costituente di ogni essere umano.

Le violenze più abbiette sono rappresentative di una società fallimentare, dove ogni genere di sopruso e violenza rappresenta una sconfitta morale e sociale; in ogni situazione così drammatica l’unica arma di rivalsa e speranza è l’amore: amore per la vita, amore per sé stessi e soprattutto l’amore incondizionato. L’amicizia è tra i primi sentimenti che caratterizzano le vite dei protagonisti e non solo; amici complici e confidenti che diventano elemento fondamentale e di supporto in una simbiosi reciproca di sentimenti. L’amicizia ha il dono di rendere consapevoli, in un reciproco scambio che diventa la base stessa dell’evoluzione interpersonale. Amicizie che possono anche celare sentimenti più forti come l’amore per Miwako da parte di Ryusei, costretto ad innamorato silente libero di vivere i suoi sentimenti in forma di amicizia sincera, ma non per questo limitato nel donarsi e donare i suoi sentimenti all’amica amata. Questo a volte può provocare un senso di emarginazione dalla vita della persona amata, emarginazione che l’autrice svela in altri aspetti, come l’emarginazione sociale, che si insinua come un veleno nella vita delle vittime destinate.

Luogo di incontro e crescita una piccola libreria che come uno scrigno custodisce tesori della lettura internazionale e non solo, un luogo dove si può trovare l’introvabile solo se si ha la capacità de cercare, con tempo, attenzione e dedizione, piccoli tesori che diventano parte integrante della personalità e di vita del futuro lettore. Quasi una rivelazione nascosta tra le righe del romanzo che invita a ricordare che l’istruzione rende liberi, perché diventa elemento caratterizzante l’identità della persona, capace così di sviluppare un suo pensiero identitario e libero che lo distingue e inserisce nel contempo nel mondo circostante. 

Simona Trunzo

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