Recensione: Lava
RECENSIONE: “LAVA” DI PATRIZIO NISSIRIO ARKADIA EDITORE
"Lava" di Patrizio Nissirio, edito Arkadia Editore è un romanzo che erompe così come la lava vulcanica che travolge nel suo lento incedere per poi interrompersi quando raggiunge il suo raffreddamento e stratifica nel suo insieme di eventi che si muovono in un intreccio ben ordito.
Una lava che già nel suo palesarsi in titolo e copertina indica più elementi che il lettore incontrerà durante la narrazione, perché non solo indice di territorio, in questo caso specifico Torre del Greco, che si contrappone a una città ben diversa nelle sua struttura, ovvero Venezia, evidenziando sin da subito un velato gioco dei contrari, che si estrinseca nelle due città opposte, nella ricerca della verità tra tante menzogne o se si preferisce verità nascoste, nel confine tra giustizia e illegalità e il confine che giocano i ruoli delle parti e una con un ruolo fondamentale che sarà onnipresente nel romanzo tra amnesia e ricordo.
“La busta era di una carta insolita, spessa e dall’aria antica, ruvida al tatto. Qualcuno con scrittura curata- la o gli ricordava una miniatura medievale-, aveva tracciato il suo nome, facendolo precedere sia da “Commissario” che da “Dottor”. Stava per aprirla quando sentì una chiave girare nella serratura della porta d’ingresso.”
Patrizio Nissirio avvia un concatenarsi di eventi che nasce con l’arrivo di una lettera misteriosa che si rivelerà essere un’eredità altrettanto avvolta da enigmatiche spiegazioni che il commissario intreccerà argutamente tra vita privata e professionale, in una stratificazione di eventi che si concausano tra indizi e indagini nelle indagini: il protagonista dovrà scavare per riesumare verità nascoste, quasi coperte dal tempo dalle stratificazioni della lava del vulcano. Si diventerà protagonisti di un effetto domino che sarà strettamente legato all’eredità misteriosa, fulcro per la soluzione di vari casi irrisolti che riporteranno alla memoria anche amnesie di eventi rimossi a lungo, che in una continua ed estenuante ricerca della verità riemergerà nitida nella sua cruenta essenza.
“Ma anche la memoria, rimessa ancora in moto da quella terra rovente, dalla sua ancestrale potenza, che aveva custodito la macabra rivelazione. Come se i suoi circuiti, spezzati e ossidati, fossero improvvisamente attraversati dalla corrente. Come se là dentro fosse saltato un tappo di calcare, e l’acqua del ricordo avesse ripreso a correre, trasportando con sé tronchi d’albero spezzati e immondizie. Come la lava di quel vulcano che lo sovrastava. Era tutto lì davanti a lui, splendidamente chiaro. Un’altra verità, fino ad allora inceppata, coperta di rovi, celata da un gioco di ombre.”
Il puzzle di un giallo ben ricostruito, tassello dopo tassello, anche nell’avvicendarsi di false intuizioni, con personaggi ben concepiti in caratteristiche e introspezione , con la continua contrapposizione di realtà e verità che riemergono in questa incessante alternanza che si manifesta anche nelle realtà di territori estremi, in confronti avversi e diversi e persone che si contraddistinguo nelle loro forti individualità caratteriali, determinate da tutto ciò che li circonda, in realtà sociali e familiari che non possono che non condizionare atteggiamenti e pensieri collettivi, tutti avvolti in un fitto alone di mistero che si aprirà a risvolti imprevisti e inattesi. Una trama ben ordita che l’autore regala al lettore con tanti spunti di riflessione e tanti nodi di svolta che manterranno alto il ritmo della narrazione.
Simona Trunzo
Commenti
Posta un commento