Recensione:"Indagine su Cézanne"


“Indagine su Cézanne” di Charles Ferdinand Ramuz, pubblicato da Oligo Editore a cura di Marino Magliani, traduzione di Sandro Ricaldone e Marino Magliani è uno scrigno donato all’arte che si intreccia alla narrazione e alla scoperta del mondo emotivo che avvolge l’espressione artistica dello stesso artista.

“Per Cézanne, la verità in pittura che si è sforzato di trasmettere non consisteva quindi in un risultato conseguito una volta per tutte, ma in uno sforzo sempre rinnovato di «ricercare la realtà senza abbandonare la sensazione»; era il tentativo reiterato di incarnarla in un’opera capace -come ha scritto nel 1945 Maurice Merleau-Ponty in un testo significativamente intitolato Le doute di Cézanne - «di insegnarsi da sé» per «abitare indivisa in ogni spirito possibile.”

Una lettura totalizzante, sin nel suo divenire grazie all’intreccio che collega percorso pittorico al percorso della scrittura, che avvolge il lettore in un tutt’uno con colori e parole, evidenziando la relazione del pensiero estetico e della poesia di Paul Cézanne, con il suo punto di vista moderno capace di semplificare, disgregare e poi ricomporre ambienti guidato dall’empatia del colore in una nuova interpretazione realistica, incrociando arte antica a elementi nuovi e moderni. Nello scorrere delle pagine si possono ammirare acquerelli e disegni che comunicano in modo ancor più diretto e travolgente l’intensità dell’artista, che con le sue pennellate riesce a modulare l’aspetto identitario della rappresentazione grafica, arricchito da sentimento, sensibilità e anche movimento dello stesso paesaggio. Un’immobilità in un movimento perpetuo che rafforza il pensiero di continua ricercatezza e indagine dell’artista.

“riconoscendolo come un pioniere della modernità, un “maestro” e un ispiratore capace di additare nuovi percorsi anche alla letteratura. Lo scritto si avvia come il resoconto di un viaggio (una sorta di pellegrinaggio) nei luoghi dove il pittore francese aveva vissuto e dipinto la maggior parte delle sue opere per intuire, al di là della quinta del paesaggio, dei ritratti della gente del posto, la capacità di trasporre il soggetto in una dimensione universale, trascendendone la componente folklorica per costruire «un’architettura dello spirito che si rivolge solo allo spirito», insegnando «a vedere le cose senza intermediari», a non copiare il dato oggettivo, «ma a realizzare delle sensazioni».

L’autore riesce a far emergere l’arte di Poul Cézanne e la sua capacità di costruire storie e narrazioni con la sua abile maestria di assurgere a avari elementi quali il suono, le parole e le immagini, riuscendo così a strutturare un’esperienza sensoriale ed emotiva per il pubblico catturato in questa rete sensoriale che farà rivivere in sé il viaggio introspettivo dello stesso artista, nella semplificazione delle forme e rielaborazione dei soggetti: intuire attraverso elementi inattesi l’essenza della vita.

Simona Trunzo 

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