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Visualizzazione dei post da luglio, 2025

Recensione:"Cinque più uno"

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Cinque più uno” di Giuseppe Benassi -“Leopoldo mi devi aiutare!” Matilde lanciò uno sguardo di disperazione all’avvocato Borrani, seduto all’altro lato del tavolo. L’espressione della donna era di quelle che non volevano lasciare alternative all’interlocutore. Troppo tremendo quello che era successo per sentirsi opporre un rifiuto.- Un nuovo caso per l’avvocato Borrani, sempre pronto nell’intraprendere con acutezza e curiosità indagini avvolte da misteri da svelare, ma in questo caso specifico un viaggio a ritroso nel tempo per carpire, come un cacciatore di sogni, elementi che possano ricostruire l’identità dell’amico scomparso, annullando fattori superflui e dare spazio a ciò che può essere utile a tracciare e ricostruire come un puzzle le cause effetto che lo hanno portato a quei cambiamenti repentini e scelte nuove, per poi concludersi in quella tragedia....

Recensione: "Un luogo giusto in cui morire"

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“Un luogo giusto in cui morire” di Giuseppe Benassi “Borrani era incazzato nero. Il treno doveva arrivare da Roma alle diciassette e trenta. Era un tetro pomeriggio di fine novembre, piovoso e nebbioso.” Quella che avrebbe potuto essere una comune e raffinata descrizione di un luogo si tramuta nell’introduzione all’obbrobrio grottesco che circonda il più comune degli spazi abitati dell’essere umano. Questa la visione scelta dall’autore del giallo Un luogo giusto in cui morire di Giuseppe Benassi, edito L’Erudita. Tutto riporta a una installazione greve, ambienti lugubri, in cui ogni azione è attorniata dal lato oscuro, quello dei pensieri e dei peggiori tormenti della mente, che l’autore riesce a schiudere in un viaggio nell’oblio parallelo al percorso del protagonista, vittima delle sue stesse congetture paranoiche che assumono visioni distorte delle realtà più banali: così come paragonare il dentifricio a un verme bianco che prende vita sul suo spazzolino. L’avvocato Borrani, vittima...

Recensione:La casa del mago

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Il luogo teatrale scelto per questa narrazione è la casa del mago, una rappresentazione che si identifica con un percorso introspettivo attraverso un viaggio nel tempo, alla ricerca di ricordi che rappresentano i pezzi mancanti di un puzzle necessari a ricostruire l’identità personale di un padre e restituirgli una verità mancata dalla superficialità pertinente per lo più ai figli, che proprio avvolti dal ruolo di figli, non hanno l’adeguata ricercatezza di scoprire e andare oltre ciò che è l’immagine genitoriale più consona alle proprie giustificazioni, proprio perché presi da sé e dalle proprie esigenze egoistiche. Essere attori protagonisti e antagonisti di una rappresentazione che è la vita, dove il mondo interiore si rivela come reazione alle provocazioni del mondo esterno. Attori alle prime armi che per riappropriarsi di sé simulano “la camera dell’infanzia”, antico tema di improvvisazione, dove ciò che conta non è il ricordo in sé, ma la stessa dinamica del ricordo. Emanuele Tre...

Recensione: "I giorni pari"

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I giorni pari romanzo scritto da Maria Caterina Prezioso per Arkadia Editore , già nel suo divenire caratterizza in modo preciso l’evolversi della narrazione con la scelta del titolo. Un pari che esplicita instabilità, conflitto, squilibrio in una contrapposizione di opposti intrinseca già nel definire il pari in contrapposizione con i dispari, ma i giorni pari evidenziano una contrapposizione di forze, che tendono a prevalere in modo alterno le une sulle altre e che la parità della forza dei giorni non riesce a controllare. Quindi questa continua ricerca di equilibrio non si riesce ad ottenere, in una successione infinita di eventi e situazioni contrapposte che contraddistinguono i giorni dei protagonisti e della vita, in una imprevedibilità di fatti e misfatti. Così come si esplicita nelle storie delle due protagoniste, Sara e Silvana, che inconsapevoli l’una dell’altra vivranno il dramma del fascismo e della seconda guerra mondiale, che travolgerà le loro e le vite di tutti in modo ...

Recensione:"Due brave sorelle"

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“Due brave sorelle” di Jean Potts, un giallo raffinato e insolito aggiunto alla collana Vintage delle edizioni "Le Assassine", che guida il lettore per tutto il romanzo con sapienza nella trama e nell’accurata introspezione psicologica dei protagonisti. “Sabato era il giorno migliore per tutte e due: mentre Lucy non vedeva l’ora di scappare di casa, Marcia, dopo una settimana in ufficio, si godeva una giornata casalinga.” Si apre così il sipario di un susseguirsi di atti composti da un disequilibrio instabile che appartiene a un’apparente normale vita domestica, di una normale famiglia, con protagoniste due normali sorelle. Ma sin dalle prime righe si esplicita una realtà aggrovigliata in un gomitolo di cui è impossibile trovare il capo interno e anche l’inizio stesso di questa intricata matassa. Si affaccia una figura paterna, meglio definita con il titolo di Sua Altezza, che nei suoi movimenti eleganti e nel suo comportamento galante cela un uomo autoritario, un despota che...

Recensione: Lava

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RECENSIONE: “LAVA” DI PATRIZIO NISSIRIO ARKADIA EDITORE "Lava" di Patrizio Nissirio, edito Arkadia Editore è un romanzo che erompe così come la lava vulcanica che travolge nel suo lento incedere per poi interrompersi quando raggiunge il suo raffreddamento e stratifica nel suo insieme di eventi che si muovono in un intreccio ben ordito. Una lava che già nel suo palesarsi in titolo e copertina indica più elementi che il lettore incontrerà durante la narrazione, perché non solo indice di territorio, in questo caso specifico Torre del Greco, che si contrappone a una città ben diversa nelle sua struttura, ovvero Venezia, evidenziando sin da subito un velato gioco dei contrari, che si estrinseca nelle due città opposte, nella ricerca della verità tra tante menzogne o se si preferisce verità nascoste, nel confine tra giustizia e illegalità e il confine che giocano i ruoli delle parti e una con un ruolo fondamentale che sarà onnipresente nel romanzo tra amnesia e ricordo. “La busta e...

Recensione: Le sorgenti della Moldova

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Le sorgenti della Moldava di Petra Klabouchová, edito da Edizioni le Assassine si può definire una perfetta miscela tra emozioni noir e temi storici in una trama che presenta vari punti di osservazione e ne sviscera ogni dettaglio come in un arazzo, una trama che dona un soggetto ben definito e il suo rovescio, che rappresenta un groviglio di fili e matasse indefinito. Le sorgenti della Moldava diventano la scenografia di personaggi e storie che si intrecciano grazie all’abile ricerca e descrizione dell’autrice che si sviluppa nel racconto, in una terra di confine tra la Repubblica Ceca e la Germania, che nel suo rovescio della medaglia passa da una foresta quasi incantata attraversata da acque cristalline che all’opposto snoda un groviglio storico basato da odi atavici, violenza e segreti terrificanti. “Il bambino con la cartella di scuola sulle spalle esita ancora. Fosse per lui, andrebbe. In effetti fa un freddo tremendo. E poi quando la mamma e lo zio litigano, a volte vanno avanti...

Modernamente vintage: "Unità nel tutto

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Unità nel tutto I pensieri, come d’incanto, non si concludono con un fine, ma con una sospensione. Mi chiedo se tutto questo possa sconfinare in altre manifestazioni sensoriali ed emotive per poi concretizzarsi. Sono anni ormai che trascorro il mio quotidiano vivere nella mia terra d’origine: una terra forte, intensa, ricca di colori, profumi, sapori e, come amo sempre ricordare, la Calabria fu terra di briganti e brigantes se…” in groppa ad un destriero come un guerriero, ma cinta d’eletta spietata schiera..”, una citazione che ne esalta la storia, le origini, la dignità e la fierezza: e ad oggi cosa ne resta? Sicuramente la coerenza di essere sé stessi, almeno una volta nella vita, ma ancor più essere fedeli alla propria identità ed al proprio pensiero: fieri di ciò che siamo. Si pone attenzione al valore delle tradizioni, delle origini: analizzo quasi felice questa rinnovata presa di coscienza, rispettosa della curiosità di un pensiero nuovo, in una ricerca globale che ci porta nell...

Recensione: La memoria della vite

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"La memoria della vite” di Massimo Granchi, edito Arkadia è un romanzo centrato sulle relazioni umane in una miscela di visioni e rapporti interpersonali che spaziano dai legami familiari, all’amore, all’amicizia, sviscerandone ogni tipo di pensiero e introspezione, evidenziando così il coraggio di mettersi in gioco nella vita e nei rapporti e di mettere in gioco la capacità di rinnovarsi in quello che è il ciclo della vita. “Ascoltavo me stessa, i miei movimenti interiori, gli anfratti dell’anima, il rimestio dello stomaco. Ero pronta o no a cominciare la giornata? Molto dipendeva dai sogni fatti durante la notte o dal programma scolastico che avrei avuto davanti o da una frase rimasta sospesa il giorno prima in una conversazione piacevole scambiata con mamma e Gabriel, agganciata a una loro risata”. I pensieri di Sole e la sua quotidianità che si intrecciano con le vite di Gabriel e Liliana, intreccio che si denota nella scelta magistrale nelle fasi di narrazione abilmente esegu...